giovedì 24 luglio 2008

MASTER CLASS DI QUARTETTO D'ARCHI FIVIZZANO 2008


Si è concluso in maniera straordinaria il corso di Quartetto d'Archi tenuto dal Nuovo Quartetto Italiano a Fivizzano. Nove formazioni cameristiche protagoniste di una intensa settimana all'insegna della musica e dell'amicizia!

Tra le note di Mozart, Beethoven, Webern, Dvorak... indimenticabile sarà il quartetto di Schubert " Rosamunde" che il Nuovo Quartetto Italiano ci ha regalato.. grazie per la splendida emozione!

Katia

sabato 15 marzo 2008

PROGETTI DISCOGRAFICI 2008



Registrazione Nuovo Quartetto Italiano 22/23/24 Aprile 2008
SMC Records Ivrea

RASSEGNA STAMPA

MUSICA - Mendelssohn, anima felice del Romanticismo - Concerto al Comunale
di Antonio Martinelli

Non si dà spesso che nel medesimo concerto appaiano tre diverse formazioni da camera.
Eppure questo è avvenuto domenica 9 novembre, quando anche il Teatro comunale ha inaugurato la propria stagione col primo dei "Concerti Aperitivo" dedicati a Felix Mendelssohn-Bartholdy - compositore chiave dell'età romantica - nel bicentenario della nascita.
Come già nei cicli degli anni passati, anche in questa iniziale tornata altri musicisti facevano corona al celebrando: Brahms, che di detto periodo incarna il superamento della fase più "ingenua" e febbrile, ma al tempo stesso ne preannuncia l'irreversibile risoluzione; con lui, Webern che nell'incipiente Novecento è un punto fermo lungo la linea evolutiva del moderno linguaggio musicale, dalla crisi tonale alla dodecafonia, e oltre. Il programma avrebbe ben illustrato la consequenzialità di tale percorso - e l'avrebbe reso più percettibile agli ascoltatori - se la successione dei brani previsti ne avesse ricalcato la scansione cronologica, di fatto rovesciata.
Il pomeriggio si è pertanto aperto con il "Langsamer Satz" (Tempo lento, 1903) di Webern, pagina di chiara impronta brahmsiana, ma nella quale si riverberano echi dell'amatissimo Mahler, e anche di Richard Strauss. Se n'è avuta la netta percezione ascoltando la limpida, calibrata lettura dell'eccellente Nuovo Quartetto Italiano: Alessandro Simoncini primo violino, Luigi Mazza secondo violino, Demetrio Comuzzi viola, Luca Simoncini violoncello. Quindi, procedendo a ritroso, l'impaginato ha proposto un lavoro tra i più sofferti di Brahms, condotto a termine dopo un ventennio (1855-75) di incessanti, tormentosi ripensamenti. Partitura molto discussa all'epoca, perché la sua concezione si discostava troppo dagli schemi classico-romantici e, col suo trasparente contenuto autobiografico (l'ambiguo, irrisolto legame con Clara Schumann) obbediva primamente a personali istanze espressive. Ma proprio il soffio d'intemperanza che vi alita ne costituisce anche il fascino vivificatore per l'incontro della tumultuosa esuberanza giovanile con la faticata saggezza della maturità.
A rendere la difficile bellezza dell' "Op. 60" erano chiamati artisti di vaglia: Stefano Pagliani, suadente violino dagli intensi, variegati fraseggi; Demetrio Comuzzi che col colore brunito della sua viola rendeva palpitanti le più stremate cupezze; Luca Simoncini che piegava il violoncello a una commossa vena di canto; infine, esemplare per la cifra di interprete, Carlo Guaitoli era l'autorevole trascinatore che imprimeva al dialogo dinamismo e ricchezza espressiva. Di una esecuzione così partecipe e coinvolgente, eppure parca di sedimentazioni romantiche, vorremmo ricordare alcuni momenti più di altri catturanti: l'irruenza dello Scherzo, sorta di cavalcata selvaggia da ballata nordica e, in un'opera tanto contrastata, la malinconica purezza dell'Andante, con quell' 'amorosa' melodia del violoncello.
La seconda parte del concerto, affrontando il tema celebrativo, era riservata a un lavoro singolare, e del tutto privo di riscontri nel passato: l' "Ottetto in sib. magg. per archi op. 20" di un Mendelssohn appena sedicenne, ma già in grado di fornire un primo - e così nuovo - saggio di vera maturità. Scritta per doppio quartetto, e di complessa struttura polifonica, la partitura tratta l'inconsueto organico come un tutto paritario, e non come la sommatoria di due entità che si corrispondono e rispondono; anzi, la scrittura prevede talora otto parti reali ben individualizzate. Quello che ad ogni ascolto non cessa di stupire è la consumata abilità con cui il compositore adolescente riesce a conferire un carattere sinfonico a una architettura di ridotte dimensioni attraverso il geniale intreccio delle parti e il gioco contrappuntistico. Di merito ragguardevole per l'intesa così ben coordinata i due complessi riuniti per l'occasione: ancora il Nuovo Quartetto Italiano, affiancato dall'insieme guidato da Stefano Pagliani, che adunava Gabriele Bellu violino, Duccio Beluffi viola, Beatrice Pomarico violoncello. L'esecuzione, sempre di buon livello, ha toccato il suo apice nello Scherzo, pagina di brillante, sorprendente inventiva: una tavolozza di capricciosità timbriche, sorta di bisbiglìo fitto e leggero, dove la prestezza si fa poesia.
Convinti consensi hanno accolto il lavoro di Meldelssohn, ma scroscianti e non meno concordi applausi erano andati alle musiche della prima parte e ai loro valenti esecutori.







Da INFORMATORE LOMELLINO

"Applausi scroscianti hanno testimoniato
il grandissimo successo riscosso durante la serata di sabato scorso all’Auditorium
dove sul palco c’erano il “Nuovo quartetto italiano” e il pianista Marco Vincenzi.
E non poteva essere diversamente visto che sul palcoscenico dell’Auditorium Città di Mortara c’era uno dei più grandi quartetti d’archi del mondo, il “Nuovo quartetto italiano” .
E certamente anche la chiacchierata di venerdì scorso a cura di Paolo Zeccara, musicologo vigevanese
tra i più grandi collezionisti e discografici italiani, ha contribuito a preparare ad un ascolto più informato e a permettere di apprezzare meglio il concerto di sabato. E gli incontri prima dei concerti iniziati proprio da questo evento, proseguiranno, rendendo un grande servizio alla musica. “E’ stato un trionfo il concerto di sabato – spiega
felicissimo Alessandro Marangoni, direttore artistico dell’Auditorium – la gente era contentissima, si può sostenere
con i fatti che la musica da camera si conferma come il genere che piace di più di tutte le altre al nostro pubblico. Certamente andremo avanti con altre serate di questo tipo. Gli oltre 10 minuti di applausi
finali hanno portato i musicisti, oltre al già impegnativo programma con due famosissimi brani di Dnorak o Schumann a concedere un bis di grande effetto: lo ‘Scherzo’ dal Quintetto di Brahms. Altro spartito di grande effetto che è stato molto apprezzato dal pubblico”. Un successo peraltro non inatteso visto le forze in campo e l’altissima qualità dei musicisti sul palco e le musiche scelte accuratamente per la serata...."
Giorgio Giuliani




FESTIVAL DI TORRECHIARA " RENATA TEBALDI"

NUOVO QUARTETTO ITALIANO ACCLAMATO A TORRECHIARA
....I musicisti del Nuovo Quartetto Italiano bene hanno saputo interpretare i diversi spiriti e le caratteristiche peculiari di composizioni tanto diverse tra loro,offrendo un’esecuzione di grande equilibrio,ricca di colori e sfumature,
in un raffinato dialogo musicale ben rispondente alle parole di Berio,che andava idealmente a riprendere e completare
l’esaltante monologo offerto la scorsa settimana dal violinista Sergej Krylov.
Una eccellenza esecutiva alla quale,oltre alle indiscutibili qualità tecniche ed interpretative degli
artisti,hanno contribuito in modo determinante il perfetto affiatamento e l’intesa che solo la consuetudine
del suonare insieme può dare,consuetudine che nel caso dei musicisti del Nuovo Quartetto Italiano,si rinnova felicemente
da oltre vent’anni.....